La biblioteca, sorta nel 1830 e costituita inizialmente dai volumi provenienti dalla libreria di Francesco Redi, ha ospitato negli anni numerose donazioni pubbliche e private, tra le quali si ricordano almeno quelle di Lando Landucci, Ludovico Occhini, Orazio Lapini, Riccardo Ceccherelli, Daria Fiorini Viviani, Leopoldo Medici, Alberto Ceccherelli e Roberto De Robertis.
Nel 2001 l’Accademia ha aderito alla Rete delle biblioteche aretine, istituita e promossa dalla Provincia di Arezzo, che dal 2009 è confluita nella Rete Documentaria Aretina delle biblioteche, archivi e istituti culturali presenti nel territorio aretino. Per quello che riguarda il patrimonio librario antico l’Accademia ha da tempo riversato i suoi dati nella Banca dati del Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (EDIT16), promosso dall’Istituto Centrale per il Catalogo unico delle Biblioteche (ICCU) del Ministero per i beni e le attività culturali. Dal settembre 2012, inoltre, l’Accademia ha aderito al progetto ministeriale MANUS-online.
La Biblioteca è consultabile su appuntamento tutti i giorni alle 9.30 alle 12.30.
Fondi e collezioni
Biblioteca Dantesca “Giulio Luigi Passerini”
Per onorare la memoria del figlio Giulio Luigi, caduto ventiduenne sul Podgora nell’ottobre del 1915, il conte Giuseppe Fortunato (Lando) Passerini decise di cedere alla R. Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze di Arezzo la sua importante e cospicua Biblioteca Dantesca, comprendente un elevato numero di monografie e numeri di riviste, l’archivio e lo schedario, nonché tutti i manoscritti delle sue opere dantesche e un ricchissimo carteggio che ne evidenzia i rapporti con le principali Case Editrici italiane e straniere e con alcuni tra i più importanti letterati dell’epoca (d’Annunzio, Pascoli, Carducci, Papini, ecc.). Lasciò all’Accademia anche due stampe di soggetto dantesco (una con dedica) regalategli nel 1921 da Gabriele d’Annunzio. La Biblioteca Dantesca “Giulio Luigi Passerini” venne inaugurata il 10 ottobre 1926.
Biblioteca Petrarchesca “Lorenzo Lapini”
Per onorare la memoria del figlio Lorenzo, morto nel 1920 a seguito di una malattia contratta durante la guerra 1915-1918, Orazio Lapini nel 1928 lasciò per legato al Comune di Arezzo, dopo la propria morte, la somma di 50.000 lire per favorire il sorgere, presso la Casa del Petrarca, di una raccolta permanente di opere di Francesco Petrarca o di argomento petrarchesco, chiamata Biblioteca Petrarchesca “Lorenzo Lapini”.
In poco tempo tanti altri seguirono l’esempio del Lapini, e donarono alla Biblioteca numerose edizioni antiche e moderne convinti che questo fosse il luogo più appropriato dove istituire un centro di documentazione permanente sul grande poeta aretino. La Biblioteca Petrarchesca fu diretta fino al 1934 dal prof. Guido Paliotti, docente di Latino e Greco nei Licei, e dal 1935 dal prof. Antonio Mazzei.