Il 6 maggio 1810, nel sorgere o rifiorire delle istituzioni accademiche nell’Italia napoleonica, tornava in attività, dopo una ventennale interruzione e sotto gli auspici di Elisa Bonaparte Baciocchi, che al tempo governava i tre dipartimenti toscani annessi all’Impero francese due anni prima col titolo onorifico di Granduchessa di Toscana, la Società Aretina di Scienze Lettere e Belle Arti, costituita nel 1787 ma che dopo un biennio aveva dovuto interrompere l’attività a seguito dei contraccolpi del periodo rivoluzionario e, successivamente, delle turbolenze connesse ai primi tempi dell’occupazione francese. Questo atto riannodava le fila di una tradizione che ad Arezzo datava dai primi decenni del XVII secolo e che aveva visto succedersi, a partire dal 1623, le Accademie dei Discordi, dei Forzati e dei Furibondi, fino alla citata Società Aretina.
Il 1° agosto 1828 un Sovrano Rescritto del Granduca di Toscana Leopoldo II riconosceva formalmente l’Imperiale e Reale Accademia Aretina di Scienze Lettere e Belle Arti o del Petrarca: in tale occasione, per la prima volta il nome del Petrarca venne abbinato a quello dell’Accademia. L’attuale denominazione risale allo Statuto approvato con R. Decreto del 3 agosto 1928.